Il piano di gestione rappresenta uno strumento fondamentale per garantire la tutela, la valorizzazione e la gestione sostenibile delle risorse forestali e agro-silvo-pastorali.
Nel caso di un’associazione, il piano di gestione può rappresentare anche un mezzo per garantire trasparenza e partecipazione di tutti i soci nelle scelte gestionali. Il piano deve essere redatto sulla base dei principi, criteri e metodi propri dell’assestamento forestale e nel rispetto della normativa vigente. La redazione e attuazione dei piani di gestione da parte di proprietà pubbliche, private e collettive sono promosse dalle regioni anche tramite azioni incentivanti in attuazione dei programmi forestali regionali e in coordinamento con i piani forestali di indirizzo territoriale, ove esistenti. La durata del piano di gestione può indicativamente essere fissata in un minimo di dieci anni e in un massimo di venti anni.
Risorse per pianificare una gestione forestale
RIFERIMENTO NORMATIVO NAZIONALE
Documento che stabilisce che siano le regioni a definire i tempi e le procedure per l'eventuale verifica intermedia dell'applicazione dei piani e per la revisione degli stessi, nonché la superficie minima per la loro redazione.
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LINEE GUIDA SULLA PIANIFICAZIONE FORESTALE
Documento che analizza e sintetizza i principali aspetti relativi alla elaborazione degli strumenti di pianificazione forestale nel contesto nazionale e regionale.
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Requisiti minimi per un piano di gestione forestale
Di seguito si riporta uno schema delle diverse attività preliminari da svolgere e tutta la documentazione da richiedere per redigere un piano di gestione forestale e per ideare un programma di monitoraggio futuro dello stesso e della sua attuazione.
1 -
INDAGINI
• Inventario forestale.
• Aspetti patrimoniali.
• Attività pastorali.
• Utilizzo del suolo e dissesto idrogeologico.
• Viabilità forestale.
• Altre indagini settoriali (fauna, incendi, aspetti socioeconomici e storici).
2 -
ELABORATI
• Relazione generale.
• Descrizione settori.
• Comprensori di pascolo.
• Schede dissesti.
• Schede viabilità.
• Banche dati forestali.
3 -
CARTOGRAFIE
• Carta forestale e delle coperture del territorio.
• Carta delle destinazioni funzionali prevalenti.
• Carta degli interventi gestionali e della viabilità.
• Carta delle unità di terre.
• Carta delle compartimentazioni.
• Banche dati cartografiche.
4 -
PROGRAMMA DI MONITORAGGIO*
• Tassi di prelievo.
• Servizi ecosistemici dichiarati.
• I valori ambientali e gli altri valori di conservazione.
• Gli impatti derivanti dalle attività di gestione.
• Sistemi di monitoraggio che includono il coinvolgimento dei portatori di interesse.
*Nota: Molti degli aspetti rientranti nel programma di monitoraggio non rientrano in un piano di gestione ordinario ma sono richiesti come requisiti della certificazione secondo lo standard FSC® (es. servizi ecosistemici dichiarati, valori ambientali e alti valori di conservazione…)
Pianificazione forestale: associarsi riduce i costi?
L'importanza di associarsi alla luce dei costi del piano di gestione
La tabella sottostante fornisce le voci di costo diretto (onorario) per il tecnico assestatore in alcune regioni italiane, così come presentate nei prezzari regionali di riferimento. Come si può notare il prezzo unitario (€/ha) è inversamente proporzionale alla superficie, vale a dire diminuisce all’aumentare della superficie da pianificare. Questo conferma ancora una volta l’importanza di associarsi per ridurre così i costi tecnici e amministrativi secondo principi dell’economia di scala.
È opportuno sottolineare come la redazione di un piano di gestione forestale implichi anche altre voci di costo, come ad esempio rilievi dendrometrici, confinazione e cartografia ecc., non contemplati nello schema sotto riportato. L’entità di tali costi deve essere necessariamente stabilita caso per caso, in quanto può variare anche in maniera significativa in relazione alle dimensioni e al tipo di bosco in oggetto.
Nella prossima tabella: Esempio di costo diretto per onorario del tecnico assestatore ai fini della pianificazione forestale in alcune regioni italiane, per diverse forme di governo e tipologie di bosco
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